lunedì 6 febbraio 2012

Ciò che sembra, non sempre è

Nel sentire comune, l'immagine dei Balcani è così legata alle guerre degli anni '90 da farli sembrare un luogo dove l'odio etnico cova dietro ogni angolo. Eppure non è così. Si prenda la Voivodina, la regione che sta a nord della Serbia. In questa pianura, con un'altissima densità di corsi d'acqua, vivono in pace oltre 20 etnie. La principali sono quella serba (65%) e quella ungherese (15%), ma in Voivodina vivono anche slovacchi, croati, rom, rumeni... Le lingue ufficiali sono sei, e come mostra la foto, i nomi delle istituzioni e le indicazioni stradali sono spesso espressi in più lingue. Se non ne avete mai sentito parlare forse è proprio perché qui le popolazioni da lungo tempo vivono in pace (le ultimi migrazioni per ragioni etniche risalgono a dopo la Prima Guerra Mondiale, quando i popoli tedeschi abbandonarono queste zone dopo la sconfitta nella guerra).

Eppure nonostante questo la Voivodina è una delle regioni storiche della Serbia: provincia indipendente dal 1974 è oggi fra le zone più dinamiche di questo Stato, grazie soprattutto alla vivacità della sua capitale, Novi Sad, a lungo bombardata dalla Nato, che sta rivivendo ora una nuova vita.

Ah, e a rendere questa provincia ancora più multiculturale ci pensa la sua conformazione: la Voivodina è divisa infatti in tre regioni: Syrmia, Banato e Bačka. Ognuna di queste regioni ha una propaggine in un altro stato: e così esiste una Syrmia croata, un Banato rumeno e una Bačka ungherese.

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